Nel Post precedente abbiamo analizzato il calo del traffico negli Ipermercati, che rientrava in un trend già decrescente. Meno persone nei punti vendita ma anche meno shopper davanti ai prodotti. Il dato non sorprende, dato che solo un componente del nucleo familiare è autorizzato ad entrare negli store per fare la spesa.
Trattiamo ora del comportamento dello shopper e dei suoi acquisti. Intanto, il tempo medio dedicato alla scelta dei prodotti è calato del 10 %. Quindi meno gente davanti agli scaffali che effettua scelte più veloci, meno tempo di attenzione ai prodotti e minore permanenza nei punti vendita. La epidemia non genera modifiche nella composizione degli shopper per genere, mentre aumenta di 5 punti la percentuale di giovani (calano anziani e adulti).
Consideriamo i volumi:
Anche in questo caso poniamo a 100 l’acquisto medio prima dell’inizio della crisi. A fine gennaio si rileva un’importante attività promozionale, a cui segue una flessione fino alla fine di febbraio, cioè all’inizio dell’epidemia. La curva poi si impenna, fino a raggiungere un acquisto medio di 3,34 confezioni contro l’1,65 a metà gennaio. Un aumento del 120 %.
Meno shopper ma crescita delle quantità acquistate. Nel prossimo post analizzeremo la situazione nei supermercati.