Cioè, se consideriamo due prodotti FMCG in promozione nel medesimo periodo, possiamo fare qualche considerazione sul differenziale offerto dalla marca nel risultato complessivo?
Estraiamo dal nostro Dianalytics, il DB che ormai ha raggiunto più di 15 milioni di shopper profilati per caratteristiche, comportamenti di acquisto e di consumo, i dati di alcuni Iper e super.
Consideriamo due competitor, entrambi promozionati nel medesimo periodo. Il dato di traffico medio degli store (circa 18.000 shopper a settimana) non si modifica durante le promo. La categoria vende in media 2.230 pezzi a settimana. Il periodo promo, tre settimane, registra un aumento del sell-out del 19 %, considerando tutti i prodotti, primi prezzi e PL compresi.
Se consideriamo la fascia medio alta del mercato e confrontiamo due prodotti in diretta competizione notiamo che:
Il prodotto A è venduto ad un prezzo medio di 6,20 €. In media si vendono, al netto delle promo (baseline) 4,6 pezzi a settimana per PV.
Il prodotto B è venduto ad un prezzo di circa 7 €. In media si vendono, sempre a baseline, 5,1 pezzi settimana, sempre per PV.
Durante la promo (in contemporanea) B, con un prezzo superiore del 22 % (quindi, in termini reali ben superiore alla baseline (+ 13 %) rispetto ad A), vende il 20 % in più di A.
Il segreto? Sembrerebbe che la marca B sia più rilevante. La riprova? Il nostro indice Sale Index, che rileva l’interesse per una marca, risulta per B 10 volte superiore rispetto ad A.
Morale: anche in un mercato molto promozionato, con picchi di intensità promozionale dell’80 %, la marca svolge ancora un ruolo centrale, che può essere misurato. Si può, con i nostri dati direttamente dai punti vendita, con gli indici di performance, monitorare in continuo la salute della marca, confrontandola con i competitor, valutando l’impatto durante le promo, con o senza fuori banco.