A beneficio dei nostri studenti (per cui è nato questo blog) analizziamo la comunicazione di massa in questi giorni. Il titolo del post è un esempio (voluto) di comunicazione che genera panico. Una notizia con una base di verità ma del tutto stravolta. Se rilevo 10 casi di corona virus e il giorno dopo ne trovo 20, il successivo 40, il virus sta crescendo in modo esponenziale. Parlare di epidemia, o peggio pandemia (pan = tutto) è usare la comunicazione in modo distorto e truffaldino. Il dato di fatto che (fonte ministero della salute) in Italia nel 2020 ci siano stati più di 5 milioni di malati di influenza e che ogni anno (dati 2017) muoiano 2 persone al giorno per influenza e 37 per polmonite è omesso. Emotività che sommerge la realtà e offusca il pensiero razionale (basato sui fatti).
A lezione parliamo degli esperimenti fatti da Stanley Milgram (1961) sui fenomeni di influenzamento e la percezione di legittimità dell’autorità. La comunicazione di politici e media (autorità legittimate) è allarmante, nel senso che crea allarme, di cui si vedono i risultati pessimi: non solo borse e spread in calo ma panico con assalti ai supermercati, Milano semivuota con migliaia di persone con l’inutile mascherina.
A lezione diciamo anche che la comunicazione è uno strumento molto potente, che deve essere usato con senso di responsabilità e secondo un’etica dominata dal massimo rispetto per il destinatario della comunicazione. La comunicazione di massa addomestica e chi la gestisce è responsabile di ciò che trasmette (e di come lo fa). In questi giorni assistiamo a comunicazione selvaggia, incurante dei fatti, che produce pessimi effetti sull’economia e, soprattutto, sulle persone, specialmente le più deboli e meno dotate di capacità di elaborare un pensiero autonomo e critico (che dovrebbero essere tutelate e protette).
La comunicazione allarmistica, scollegata dai fatti, sensazionalistica, irrispettosa, manipolatoria annebbia la ragione e il sonno della ragione genera mostri.