Promozione, respirazione bocca a bocca che non rianima un prodotto

Un altro caso nell’alimentare: un’azienda ben nota attacca un competitor con un nuovo prodotto, leader di mercato e anch’esso ben noto.

Nei primi mesi, anche grazie a massicce esposizioni fuori banco, lo sfidante registra un buon sell-out. Dopo cinque mesi dal lancio parte l’iniezione di promozione. Brutto segnale di per sé: un prodotto appena lanciato che si attacca alla flebo dei tagli prezzi non dimostra di godere di buona salute. Andiamo a vedere i fatti (il riassunto è nella tabella in fondo):

Prima di iniziare le promo lo sfidante vendeva circa un terzo dei pezzi del leader. Evidenziava un buon interesse, dimostrato dalla quantità di prodotto toccato: rovescio della medaglia: l’interesse non si traduce in acquisto (pessimo segnale nel medio lungo periodo). Le vendite perse rappresentano il 47 % del totale, contro il 31 % del leader.

Quindi, fiato alle promo, con quali risultati? L’interesse aumenta di circa il 10 % (aumentano i prodotti toccati), le vendite crescono del 70 %, cala la percentuale di vendite perse.

Nulla che impensierisca il leader i cui risultati sono decisamente superiori, senza promo, dello sfidante in taglio prezzo. Dopo la promo lo sfidante torna ai volumi (e alle vendite perse) del periodo ante cut price.

A distanza di un anno lo sfidante è a cuccia, fa quello che può, e il leader non ha subito il minimo contraccolpo. Potenza della marca. Poca lungimiranza dello sfidante: ha testato il prodotto prima di lanciarlo con la giusta metodologia?

Se siete interessati possiamo inviarvi un approfondimento scrivendo a matteo.testori@dialogica.it.

Confronto fra il leader, senza promo, e lo sfidante

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